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CON TATTO.

Il bambino è tutto organo di senso, attraverso i sensi egli scopre il mondo ed è per questo che i bambini vorrebbero toccare tutto, ogni cosa che hanno sotto mano.

Ma perché? Che cosa succede nel toccare?

Quando tastiamo, nello stesso tempo ci stacchiamo da qualcosa, modificando il nostro equilibrio diventa realmente più chiaro il tastare. Il toccare non mi fa sentire se qualcosa è freddo o caldo, ruvido o liscio. Io non sento con il tatto che il mio equilibrio si modifica, queste sono percezioni che abbiamo attraverso altri sensi, ma allora cosa sento davvero quando tasto e lascio andare tutto il resto? Che cosa rimane in me?

In realtà con il toccare viene percepita solo una resistenza. Dovremmo fare una prova, andare in una stanza a noi sconosciuta spegnere le luci e iniziare a muoverci per conoscere quello che c’è intorno, così sperimenteremo realmente quello che sentono i bambini di pochi mesi iniziando a conoscere quello che c’è intorno a loro, dapprima il loro corpo, poi con il gattonare e successivamente con il camminare, inizia la scoperta di qualcosa sempre più vasto.

Nel bambino sorge qualcosa come un primo svegliarsi, la resistenza che noi percepiamo viene da fuori, ma in realtà un meccanismo si attiva nell’anima dell’uomo nel toccare qualcosa; sebbene ancora in uno stato di incoscienza inizia un primo risveglio.

Lo svegliarsi è un processo complicato, il bambino inizialmente è un tutt’uno con la mamma e con l’ambiente circostante, vive completamente immerso nel mondo, si sente parte integrante di esso e non sente una differenza tra lui, la mamma e ciò che lo circonda, inizia poi gradualmente un lento processo che lo farà divenire cosciente di sé stesso come individuo distaccato dal resto.

Quando per esempio vogliamo svegliare una persona è sufficiente sfiorarla leggermente, più la persona è sensibile più “il tocco” può e deve essere delicato e così anche il suo destarsi sarà calmo, sereno e si troverà in uno stato di benessere. Tutti noi abbiamo fatto questa esperienza almeno una volta e possiamo quindi comprendere quanto detto perché lo abbiamo sperimentato. Cosa succede se ci svegliamo di soprassalto per un rumore molesto o per un tocco brusco o maldestro?! Tutto il nostro essere va in allarme, il corpo stringe i muscoli, il cuore batte più velocemente, il respiro si fa più pesante perché sentiamo come una minaccia nell’ambiente, certamente noi adulti subito riusciamo a riacquistare la calma dopo aver capito che non c’è nulla di cui aver paura o per cui andare in allarme, ma per i bambini non è così facile.  Ed ora facciamo appunto il paragone con il bambino, egli appena arrivato dal piano spirituale al piano fisico, ancora immerso nel sonno del sogno primordiale attraverso le esperienze che vive si sveglia nella coscienza, pertanto dobbiamo avere molta premura di quello che portiamo alla loro attenzione e alle esperienze che gli facciamo vivere. Se le prime esperienze che il bambino vivrà saranno esperienze per lui forti e pesanti il bambino verrà bruscamente svegliato ed in lui risiederà un’agitazione costante, le energie costitutive non trovando la strada giusta devieranno e il bambino sarà in una continua lotta con sé stesso e con l’ambiente circostante. Egli durante i primi tre anni di vita è in una strettissima relazione con l’ambiente naturale, e in natura tutto è regolato da profonde leggi matematiche, per cui nulla è lasciato al caso o al caos ma tutto è in armonia, ed è questo che il bambino dovrebbe trovare nell’ambiente domestico e nelle figure da lui scelte come accompagnatori, la mamma e il papà, un sacro ambiente preparato accuratamente a sua misura, e due esempi da seguire. La prima percezione tattile che il bambino dovrebbe avere appena uscito dall’utero materno è ancora essere contenuto nel caldo abbraccio della mamma.  Solo calore umano pieno di amore.

Ma che succede quando entriamo in relazione con l’altro. La percezione tattile è la risonanza interiore al contatto diretto e fisico con il mondo esterno. Tramite il senso del tatto prima costatiamo di essere toccati, di “urtare contro il mondo esteriore materiale ed avere un’esperienza limite”, poi segue l’aspetto più sottile del processo, in quanto tutto il corpo reagisce come una cassa di risonanza ai diversi livelli del contatto e noi sperimentiamo con la nostra anima le cosiddette “vibrazioni”, le quali variano a seconda della nostra impressione, se quello in cui ci “imbattiamo” è ruvido o liscio, appuntito o arrotolato, duro o morbido. Le vibrazioni “trapassano” il nostro organismo in vari modi, dobbiamo tenere a mente che durante il toccare non facciamo solamente un’esperienza fisica, ma la vita animica partecipa al cambiamento della situazione fisiologica. Le impressioni vengono poi afferrate dalla coscienza e rispecchiate nello spazio esterno.

Nel tatto l’anima ascolta la musica che il mondo esterno suona sullo strumento del corpo.

I contatti grossolani producono dei suoni sordi o addirittura, se i contatti sono dolorosi o inducono alla sofferenza, dei suoni disarmonici e acuti, mentre i contatti delicati, pieni di sensibilità, amore e cura, entrano nell’interiorità in modo armonico e producono benessere e pienezza.

Un giusto e corretto sviluppo del senso del tatto nella prima infanzia è base e nutrimento per la formazione del senso del tatto sociale.

Ma come possiamo aiutare i bambini a sviluppare il senso del tatto, quello che un domani diverrà il tatto sociale?

Innanzitutto è importante che i bambini piccoli siano toccati, tanto, tanto, tanto.

Purtroppo si pensa che tenere i piccoli in braccio possa viziarli, ma in realtà non è così, i bambini così piccoli non si viziano, il vizio se vogliamo definirlo tale è una risposta istintiva ad un loro bisogno, che è quello nei primi mesi ed anni di essere toccati, accarezzati, presi in braccio e contenuti.

Cari genitori, un giorno rimpiangerete di non aver abbracciato (per non viziarlo) vostro figlio perché già quando andrà alle elementari vorrà essere indipendente e vorrà che lo lasciate cinque metri prima dell’entrata della scuola, e allora lì si che voi vorreste abbracci e coccole.

Le carezze per i bambini sono essenziali, perché tramite il nostro tocco, loro iniziano a scoprire il limite del loro corpo. Il tocco delle mani, imbevute di olio tiepido, sulla pelle del bimbo nutre il neonato allo stesso modo del grembo materno prima della sua nascita e lo aiuta a prendere coscienza dei confini, che non sono più le pareti uterine. La stimolazione tattile delle terminazioni nervose della pelle, che trasmettono gli stimoli al cervello, determina la sensazione di uno stato di benessere e facilita la crescita psicofisica del bambino. Il tocco, le carezze, l’abbraccio non sono tecniche, ma un modo di comunicare con il proprio bimbo, favorendo la relazione armoniosa tra genitore e figlio e questo non soltanto durante i primi mesi ma sempre.

Anni fa si usava un sacco nanna dove mettere i bambini, perché nel muovere i piedini loro riuscivano a toccare il sacco e sperimentavano un limite, riuscivano a capire il loro confine. Proponendo ai bambini dai 3 anni dei giochi specifici per lo sviluppo del senso del tatto, visto come urto contro qualcosa, diventano lentamente, ma sicuramente coscienti del loro confine.

Per aiutare lo sviluppo di questo senso di base, i bambini dovrebbero essere accolti in una casa a loro misura, dove loro possano liberamente muoversi nello spazio e scoprire ogni cosa, per la scelta dei giochi si prestano sicuramente bene l’utilizzo di giocattoli in legno piuttosto che giocattoli di plastica, il legno è un materiale vivo, ha un suo odore e peso specifico. Le attività che si dovrebbero presentare al bambino sono quelle della vita pratica familiare e quindi il bambino dovrebbe poter rifare tutto quello che vede fare alla mamma, dalle faccende domestiche al cucinare. Questo è solo uno spunto di azione per una giusta stimolazione del senso del tatto. Tanto altro si potrebbe dire sulla gestione quotidiana del bambino in famiglia e lo farò in un prossimo articolo più specifico.

Ultimo spunto di riflessione che voglio portarvi è questo, quando si parla di una persona che ha tatto si usa per dire che tale persona è delicata nell’agire e nel parlare e che è capace di comportarsi con discrezione, subito si palesa all’attenzione come tutte queste caratteristiche siano strettamente collegate allo sviluppo del senso del tatto e alle esperienze che noi abbiamo fatto vivere al bambino nei primi anni di vita.

Pertanto abbiate tanto tatto e tanto contatto con i vostri figli perchè un domani questo li farà divenire uomini e donne migliori!

 

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