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Ancora

Il tempo dell’ancora non c’è più, si è perso in mezzo alle mille pagine lette con superficialità, ai genitori stessi che si sono stancati di rileggere sempre la stessa storia, alla loro voglia di novità che non risponde a quella del loro bambino, che però si adatta, accetta e modifica la sua domanda. Questa è la velocità della vita che non lascia scampo neanche ai bambini. Non c’è tempo da perdere e ripetere è tempo sprecato, invece no, è il contrario è fondamentale, è un tempo di costruzione, dove l’anima del bambino lavora negli strati più profondi, ma come possiamo accorgercene se non vogliamo guardare e nel frattempo accumuliamo libri, pensando che debba subito iniziare a conoscere più cose possibili, ma siamo certi di quello che stiamo facendo?

È davvero un bisogno del bambino o più che altro è un nostro desiderio e cioè quello di avere un figlio intelligente, un figlio migliore, di chi bene non si sa, semplicemente forse migliore di noi.
Che poi leggere va benissimo, ma ancor meglio è raccontare e ancor meglio è inventare o ricercare e poi raccontare.
Le fiabe ad esempio hanno un linguaggio ricercato, parlano alla totalità dell’uomo e raccontano della vita di ogni essere umano, delle sue debolezze, delle sue prove e delle sue vittorie. Non dimentichiamo però che ogni età ha la sua fiaba, non possiamo raccontare cappuccetto rosso ad un bambino in fasce, dobbiamo perciò prima studiare noi stessi la fiaba, rileggerla più e più volte, comprenderne i significati profondi, viverla intensamente nel nostro animo e poi restituirla al bambino sotto forma di racconto. Questo è quello che ci richiede il bambino un lavoro profondo e se noi da subito lo faremo, quell’ ancora non si perderà mai ed anzi il bambino attenderà con ansia e gioia il momento della fiaba.

 

Immaginazione.


L’immaginazione non c’è più, non voglio denigrare i libri meravigliosi con illustrazioni fantastiche, ma dove sta l’immaginazione del bambino, che può costruire da sé il racconto ed i personaggi quando è già tutto bello, fatto e finito.
Dov è la possibilità di ricreare da nuovo ogni volta le immagini della storia?
Non c’è e non può esserci.
Mi viene in mente la parte nel libro “Il piccolo principe”:

“..”Ho bisogno di una pecora: disegnami una pecora”. 
Feci il disegno.
Lo guardò attentamente, e poi disse: “No! Questa pecora e’ malaticcia. Fammene un’altra”. 
Feci un altro disegno.
Il mio amico mi sorrise gentilmente, con indulgenza. 
“Lo puoi vedere da te”, disse, “che questa non e’ una pecora. E’ un ariete. Ha le corna”. 
Rifeci il disegno una terza volta, ma fu rifiutato come i precedenti.
“Questa e’ troppo vecchia. Voglio una pecora che possa vivere a lungo”. 
Questa volta la mia pazienza era esaurita, avevo fretta di rimettere a posto il mio motore. Buttai giù un quarto disegno. (disegno di una cassetta) 
E tirai fuori questa spiegazione: 
“Questa e’ soltanto la sua cassetta. La pecora che volevi sta dentro”.
Fui molto sorpreso di vedere il viso del mio piccolo giudice illuminarsi.
“Questo e’ proprio quello che volevo”…” 

Questo è quello che dovremmo dare ai nostri bambini, la possibilità di creare con la loro fantasia, dovremmo iniziare a dare meno, perché dando meno loro costruiranno di più da soli.
E non è forse questa l’intelligenza? Un domani siamo certi che troveranno tutto quello che desidereranno? Io penso che se lo dovranno costruire come da piccoli creavano con la loro fantasia e creatività.
Come per il corpo umano il cibo è nutrimento, così le fiabe sono nutrimento per l’anima del bambino e per la costruzione dell’uomo di domani.
Con questo non voglio dire di abolire i libri, assolutamente, dico solo di iniziare anche a raccontare fiabe ai nostri figli, di tornare a fare come i nostri nonni che intorno al fuoco intonavano meravigliose avventure di vita.
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